L’Italia e il Goal 16: pace, giustizia e istituzioni solide

Di Nikita Micieli de Biase -

L’obiettivo per lo Sviluppo Sostenibile, numero 16 dell’Agenda 2030, concerne la promozione di società pacifiche ed inclusive ai fini dello sviluppo sostenibile e si propone, inoltre, di fornire l’accesso universale alla giustizia ed a costruire istituzioni responsabili ed efficaci a tutti i livelli. Esso si caratterizza per una varietà e trasversalità di target e di indicatori.

Il Rapporto 2017 dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASVIS) nel paragrafo sull’Obiettivo 16[1] effettua una ricognizione delle iniziative italiane raggruppate secondo una classificazione corrispondente ai 10 target.

In materia di contrasto alla violenza (Target 1 e 2) sono citate l’introduzione del delitto di tortura di cui alla L. 14 luglio 2017, n. 110[2] e le disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo, regolate dalla L. 29 maggio 2017, n. 71[3]. In tema di promozione della parità di accesso alla giustizia per tutti (Target 3) sono da annoverare l’estensione del processo telematico in nuovi ambiti, l’inserimento di nuove dotazioni all’Ufficio per il Processo e al Tribunale delle Imprese, nonché il ricorso al “Programma Strasburgo 2” per ridurre l’arretrato ultra triennale. Tra le iniziative per contrastare illeciti penali come associazioni criminali organizzate, corruzione, flussi finanziari illeciti (Target 4 e 5) la L. 30 novembre 2017, n. 179 sul whistleblowing[4]; il rafforzamento del ruolo dell’Autorità Nazionale Anticorruzione come regolatore di appalti pubblici (nota linee guida 2017) in attuazione del Codice degli Appalti di cui al d. lgs. 18 aprile 2016 n. 50 ed al correttivo ex d. lgs. 19 aprile 2017, n. 56; l’introduzione del delitto di corruzione tra privati di cui al d. lgs. 15 marzo 2017, n. 38 attuativo della decisione quadro 2003/568/GAI; l’implementazione della IV dir. antiriciclaggio (Direttiva UE 2015/849) tramite il d. lgs. 25 maggio 2017, n. 90 che ha introdotto misure di prevenzione dell’uso del sistema finanziario a scopi di riciclaggio o finanziamento del terrorismo.

In tema di sviluppo di istituzioni efficaci, responsabili e trasparenti a tutti i livelli (Target 6), di realizzazione di processi decisionali reattivi, inclusivi, partecipativi e rappresentativi a tutti i livelli (Target 7), nonché di garanzia dell’accesso del pubblico alle informazioni e di protezione delle libertà fondamentali, il Rapporto ASVIS evidenzia che l’Italia ha promosso specifiche azioni legislative ed amministrative.

Più in dettaglio, l’Agenzia per l’Italia Digitale (AGID)[5] ha adottato il Sistema Informativo della Pubblica amministrazione che promuove gli open data ed innovativi sistemi di interfaccia per applicazioni volte a fornire servizi amministrativi. Sono da menzionare, inoltre, l’estensione dell’accesso civico attraverso il d. lgs. 25 maggio 2016, n. 97 anche per informazioni detenute dalla P.A, non oggetto di pubblicazione obbligatoria; l’adozione del Terzo Piano d’Azione Italiano di open government da parte del Ministero per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione nel settembre 2016 che ha propiziato la formazione dell’Open Government Forum, processo di consultazione che vede il coinvolgimento quali stakeholders amministrazioni locali, ONG e società civile; l’istituzione ai sensi del d.p.c.m. 16 settembre 2016 del commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda digitale che ha la funzione di supervisionare e coordinare i processi di digitalizzazione delle pp.aa. in ottemperanza alla riforma Madia e all’Agenda digitale; le Linee Guida per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico introdotte dal d. lgs. 18 maggio 2015, n. 102 che ha definito un quadro regolamentare dell’informazione del settore pubblico in attuazione della dir. 2013/37/UE.

Nel 2017 a marzo sono state presentate le Linee Guida sulla consultazione pubblica in Italia (elaborate come conclusioni dell’Open Government Forum) che fornisce un percorso per propiziare decisioni informate e di qualità, nonché inclusive che coinvolgano i principali stakeholders del settore pubblico. Nel successivo mese di aprile il Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio ha promosso in sinergia con l’Open Government Forum la prima edizione del premio “OpenGov Champion” che costituisce una iniziativa per dare visibilità e riconoscimento alle tante amministrazioni che si stanno impegnando in percorsi di apertura per diffondere la cultura dell’open government attraverso l’adozione di buone pratiche in materia di trasparenza amministrativa, open data, partecipazione, accountability, cittadinanza e competenze digitali.  In maggio l’AGID ed il Team per la Trasformazione Digitale hanno varato il Piano Triennale per l’Informatica nella PA che contiene un indirizzo strategico ed economico per la pianificazione degli investimenti ed il coordinamento delle attività volti a rafforzare lo sviluppo dell’informatica pubblica italiana. Il secondo correttivo del Codice antimafia (l. 17 ottobre 2017, n. 161) promuove una procedura più rapida ed efficace per la gestione dei beni confiscati a primarie finalità pubbliche e sociali e per garantire ove vi siano concrete possibilità la prosecuzione o ripresa dell’attività aziendale tutelando i lavoratori.

In conclusione, dalle citate iniziative nell’ultimo biennio emerge una proattività italiana derivante dalle recenti riforme legislative ed interventi amministrativi nell’implementazione dell’Obiettivo n. 16 dell’Agenda 2030 che possono propiziare un rinnovamento concreto della PA assicurando un rapido ricambio della cultura amministrativa ed una maggiore trasparenza con un effettivo coinvolgimento del settore privato e della società civile.

[1] Il capitolo del Rapporto sull’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile n. 16 è consultabile al seguente link: http://asvis.it/public/asvis/files/RapportoASviS_Goal_16.pdf

[2]  Il delitto di tortura è regolato dal nuovo art. 613-bis c.p. che punisce con la reclusione da 4 a 10 anni chi «con violenze o minacce gravi, ovvero agendo con crudeltà, cagiona acute sofferenze fisiche o un verificabile trauma psichico a una persona privata della libertà personale o affidata alla sua custodia, potestà, vigilanza, controllo, cura o assistenza, ovvero che si trovi in condizioni di minorata difesa…, se il fatto è commesso mediante più condotte ovvero se comporta un trattamento inumano e degradante per la dignità della persona».

[3] Il cyberbullismo è inteso dalla norma come «qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo». La Legge n. 71 intende contrastare il fenomeno del cyberbullismo in tutte le sue manifestazioni, con azioni a carattere preventivo e con una strategia di attenzione, tutela ed educazione nei confronti dei minori coinvolti, sia nella posizione di vittime sia in quella di responsabili di illeciti, assicurando l’attuazione degli interventi senza distinzione di età nell’ambito delle istituzioni scolastiche.

[4] Disciplina volta a tutelare i lavoratori dipendenti che segnalano irregolarità ed abusi di cui siano venuti a conoscenza per ragioni di lavoro. In particolare, il dipendente che segnala al responsabile della prevenzione della corruzione dell’ente o all’Autorità nazionale anticorruzione o ancora all’autorità giudiziaria ordinaria o contabile le condotte illecite o di abuso di cui sia venuto a conoscenza in ragione del suo rapporto di lavoro, non può essere – per motivi collegati alla segnalazione – soggetto a sanzioni, demansionato, licenziato, trasferito o sottoposto a altre misure organizzative che abbiano un effetto negativo sulle condizioni di lavoro.

[5] L’AGID è una agenzia pubblica italiana istituita dal Decreto Sviluppo del governo Monti (d.l. 22 giugno 2012, n. 83 convertito in L. 7 agosto 2012, n. 134.  L’Agenzia è sottoposta ai poteri di indirizzo e vigilanza del presidente del Consiglio dei ministri o del ministro da lui delegato. Svolge le funzioni ed i compiti ad essa attribuiti dalla legge al fine di perseguire il massimo livello di innovazione tecnologica nell’organizzazione e nello sviluppo della pubblica amministrazione e al servizio dei cittadini e delle imprese, nel rispetto dei principi di legalità, imparzialità e trasparenza e secondo criteri di efficienza, economicità ed efficacia.

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