Incontro in Vaticano tra Papa Francesco e Commissione Parlamentare Antimafia

Di Ugo Colombo Sacco di Albiano -

Nell’incontro tenutosi in Vaticano tra Papa Francesco e la Commissione parlamentare antimafia il Pontefice, dopo aver ricordato i magistrati assassinati dalla mafia Rosario Livatino, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ha invitato a vigilare sulla persona umana esposta a “tentazioni di opportunismo, di inganno e di frode”, “al compiacimento di sé e alla pretesa di farsi norma di tutto e di tutti”.

Il Papa ha ribadito come una “politica autentica sente come una sua priorità la lotta alle mafie”, che ruba il bene comune, togliendo speranza e dignità alle persone. Pertanto, ha sottolineato l’importanza dello sviluppo di una società civile nel combattere le mafie e la corruzione che, presentandosi come la condizione ‘normale’, potrebbe sembrare una strada percorribile per raggiungere i propri obiettivi.

Per Papa Francesco la corruzione “È una radice velenosa che altera la sana concorrenza e allontana gli investimenti” ed una lotta alla mafia valida e percorribile debba riguardare non solo un aspetto strettamente repressivo, ma anche un aspetto che tenga conto dello sviluppo sociale, sostenibile nel quale le persone non siano inquadrabili in logiche economiche e di mercato. Essenzialmente, lo sviluppo della società civile per il Papa deve coincidere con una rivalutazione dell’individuo in quanto persona e non parte di un sistema economico-finanziario.

Sua Santità ha poi elogiato la legislazione italiana antimafia volta al concreto contrasto alla mafia destinando i beni confiscati alle mafie ad uso sociale, esempio per i giovani coinvolti.

Infine, attenzione particolare lo ha riservato “ai testimoni di giustizia, persone che si espongono a gravi rischi scegliendo di denunciare le violenze di cui sono state testimoni” preferendo una vita libera e dignitosa ad un sistema corrotto.

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