Dichiarazione di Brasilia: nuovi accordi tra Paesi in materia di illeciti economici
Il 16 febbraio 2017, secondo molti osservatori, si è tenuto un evento di portata storica: l’incontro tra i Ministri della Giustizia di 11 Paesi latinoamericani avente lo scopo primario di trovare soluzioni comuni per gestire un unico caso internazionale, il caso Odebrecht, colosso brasiliano delle costruzioni coinvolto direttamente nello scandalo sui fondi neri “Petrobras” le cui diramazioni hanno già superato i confini del Brasile estendendosi ultimamente anche ad altri Paesi.
L’azienda brasiliana Odebrecht, la più grande azienda di costruzioni in America Latina, è stata accusata di aver pagato tangenti a funzionari pubblici di ben 11 Paesi latino–americani con l’intento principale di accaparrarsi grossi appalti pubblici per un valore complessivo stimato che si aggira intorno a $ 800 milioni. Tra questi quello più importante è forse la costruzione dell’Interoceanic Highway, un’autostrada che collega il Brasile con la costa pacifica del Perù.
Il tutto ha avuto inizio nel 2014 quando le autorità brasiliane hanno lanciato l’operazione “Car Wash” che portò ben presto all’impeachment dell’ex Presidente brasiliana Dilma Rousseff, e al dilagare dei sospetti anche negli altri Paesi latino – americani in cui Odebrecht operava.
Nel giugno 2015 il Presidente della società, Marcelo Odebrecht, fu arrestato perché coinvolto nell’inchiesta Petrobras. Il Ministero pubblico della Confederazione Svizzera accusò Odebrecht S.A. e la sua filiale C.N.O. di aver violato il diritto penale di impresa. Nel dicembre 2016, dopo due anni di inchiesta, l’azienda ha raggiunto un accordo con Brasile, Svizzera e Stati Uniti, in base al quale dovrà pagare una multa di $ 3,5 miliardi.
L’incontro, ormai noto come “Dichiarazione di Brasilia sulla cooperazione giuridica internazionale contro la corruzione”, si concretizza in 8 accordi firmati dai delegati di Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Ecuador, Messico, Panamá, Perú, Portogallo, Repubblica Dominicana e Venezuela. Il primo punto dell’accordo prevede che tutti i Paesi firmanti si impegnano a dar vita ad un’efficace, rapida e reciproca cooperazione giuridica sul caso Odebrecht.
Ad oggi “la vicenda Odebrecht” continua ad espandersi e a coinvolgere nel giro della corruzione politici e funzionari in ogni Paese citato.
A livello internazionale i giudici non hanno ancora precisato la quantità di denaro versata a politici e funzionari pubblici nei Paesi ma, secondo le prime stime, si parla di una cifra complessiva che sfiora gli 800 milioni di dollari.
Non va dimenticato che lo scandalo Petrobras e la contestuale vicenda Odebrecht sono il frutto di una meticolosa e minuziosa operazione posta in essere dalla polizia federale brasiliana iniziata ufficialmente il 17 marzo 2014, meglio nota come Operação Lava Jato, in italiano Operazione Autolavaggio.
L’operazione Lava Jato ha portato alla luce, anche con la fondamentale collaborazione del pentito Alberto Youssef, un sistema di tangenti all’interno della Petrobras ammontante ad un valore superiore ai 10.000 milioni di real brasiliani.
Una “tempesta perfetta”, un vero e proprio terremoto politico che ha messo e mette a repentaglio la tenuta del governo e delle istituzioni brasiliane.
Sono coinvolti l’intero vertice governativo e l’intero arco dei partiti. Non solo il PMDB e il PSDB che fanno parte della maggioranza, ma lo stesso PT che ha governato negli ultimi quindici anni. La lista raggiungerebbe i 108 nomi. Tra questi anche un giudice della Corte dei Conti. Ci sono state, inoltre, più di 200 posizioni al vaglio della Cassazione.
Solo tre posizioni sono state stralciate e restituite all’ufficio dell’accusa perché le prove portate a sostegno non sono sufficienti. Per tutti gli altri sono stati ravvisati gli estremi per procedere a nuove indagini.
Si deduce che l’intero sistema istituzionale brasiliano ha subito un contraccolpo gravissimo. Nei fatti, Governo e Parlamento sono stati svuotati delle loro prerogative ed hanno creato un solco profondo tra politica e società.
Nel clima plumbeo nel quale sono piombate le Istituzioni brasiliane è da notare che il Parlamento ha cercato di lavorare come ogni giorno, non senza evidenti difficoltà. Molti deputati e senatori hanno lasciato l’aula, in svariate circostanze forse non sicuri del loro operato. Una situazione, quindi, che ha messo e mette a dura prova la democrazia carioca.