Il Codice antimafia è legge: corrotti paragonati ai mafiosi

Di Redazione -

Il 27.09.2017 il Parlamento ha nuovamente aggiornato il Codice Antimafia del 2011. Il legislatore ha sancito nuove e più stringenti norme tese al contrasto della corruzione.

La recente riforma, risultato di una legge di iniziativa popolare promossa anche dalla CGIL e dall’Associazione “Libera” di Don Ciotti, stabilisce che la gestione dei beni confiscati, da affidare ad amministratori in grado di salvaguardare imprese ed occupazione, ridisegna l’Agenzia per i beni sequestrati. Tra i possibili destinatari dei provvedimenti la riforma include i corrotti, lo stalking violento, il favoreggiamento della latitanza e le nuove forme di terrorismo.

Il Parlamento, dunque, ha dato vita ad una misura del tutto nuova ed inedita: l’applicazione del sequestro e della confisca preventiva dei beni, prevista in origine per finalità antimafia, ad una serie di reati collegati alla corruzione.

La novità normativa va ricondotta, sicuramente, nel contesto degli strumenti di prevenzione della corruzione introdotti a partire dalla legge Severino (n. 190/2012).

In sede di approvazione della norma, in aula, non poche sono state le polemiche sulle misure di prevenzione personale patrimoniali estese anche a chi non è mafioso ed indiziato di partecipare ad una associazione a delinquere finalizzata alla corruzione ed alla concussione. Ad una prima analisi, dal testo emerge che occorrono una serie di requisiti affinché la norma in esame venga adottata nei confronti di un indiziato di corruzione (dall’essere un soggetto socialmente pericoloso all’aver posto in essere condotte illecite in modo reiterato ecc.). Secondo alcuni, infatti, l’equiparazione dei reati di mafia a quelli comuni rappresenterebbe una” autentica barbarie”; per altri è comunque insufficiente ed inutile.

Il giudice Caselli, già capo del pool antimafia di Palermo, intervenuto a “6 su Radio1”, invece, afferma che tale norma è una misura di contrasto “in linea con la realtà della mafia che è sempre più impresa e sempre meno coppola e lupara”.[1]

“È un regalo al Paese”, è stato il commento soddisfatto dalla Presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi, mentre il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, parla di una svolta che fornisce più strumenti contro la mafia e più trasparenza. “Da oggi ci sono più strumenti per combattere la mafia, più trasparenza nella gestione dei beni confiscati, più garanzie per chi è sottoposto a misure di prevenzione.

Una buona notizia, dunque, per la lotta alla criminalità organizzata e per lo Stato di diritto.”[2]

[1] http://gds.it/2017/09/28/riforma-del-codice-antimafia-caselli-risultato-importante-colpisce-i-patrimoni-dei-boss_732434/

[2] http://www.repubblica.it/politica/2017/09/27/news/codice_antimafia_e_legge_camera_da_ok_con_259_si_e_107_no-176681613/

Tag:, , ,