Antiriciclaggio: l’innovativo software di controllo delle banche

Di Sabrina Familiari -

Il riciclaggio in una delle sue accezioni più specifiche può rappresentare un ponte fra criminalità e società civile che offre ai criminali un mezzo idoneo a far sì che i proventi delle loro attività divengano parte integrante della struttura socio-economica della collettività. A ben vedere, negli ultimi anni tale fenomeno si sta sviluppando in modo considerevole, sia a livello nazionale che internazionale.
Il riciclaggio non è un singolo atto, ma è il risultato di un processo che prevede più passaggi e più responsabili. I soldi sporchi non sono altro che i soldi del crimine nelle sue tante declinazioni. Spesso è lo stesso sistema ad alimentarlo senza saperlo e quasi mai è facilmente riconoscibile, perché il problema è saper distinguere il denaro sporco da quello pulito. È la cd. dimensione sociale del riciclaggio con il suo potere di coinvolgimento e corruzione. Il criminale ha bisogno di ripulire i propri capitali illeciti, di avvalersi di operatori economici operanti nei circuiti legali (banche, finanziarie, professionisti). Il denaro sporco è di per sé poco liquido, pertanto i proventi criminali hanno un potere di acquisto solo potenziale che il riciclaggio ha la funzione di trasformare in effettivo. Sotto questo profilo la possibilità di accedere a servizi di riciclaggio è spesso un elemento determinante nella stessa programmazione dei reati.
Il fenomeno del riciclaggio dei beni di provenienza criminosa ed il finanziamento del terrorismo viene contrastato, oltre che con la repressione penale di tali fattispecie, con un’intensa attività di prevenzione che prevede la collaborazione di istituzioni, autorità, intermediari finanziari e professionisti, al fine di salvaguardare l’integrità del sistema finanziario.

LE TECNICHE DI RICICLAGGIO

Il riciclaggio cambia in fretta stile e modalità di comportamento. Il sistema si evolve, previene i rischi e cerca di assottigliarli. I riciclatori cercano sempre meno di avere contatti diretti con gli intermediari finanziari.
Dalle indagini è emerso che il sistema per il riciclaggio conosce vari stratagemmi.
La tecnica più antica e più artigianale era quella dello “spallone”, ovvero di corrieri che trasportavano valuta contante all’estero con un sacco sulle spalle.
Cambiati i tempi, il meccanismo primordiale è rimasto lo stesso, ma si sono evoluti i mezzi: dal trasporto a bordo di furgoni sotto copertura, all’occultamento in beni mobili destinati all’esportazione o in container marittimi; ad investimenti immobiliari.
Attraverso il canale della droga, operano vere e proprie imprese che gestiscono gli acquisti e la vendita come delle agenzie di brokeraggio, occupandosi delle modalità di pagamento delle partite realizzando così un primo step del riciclaggio .
Sul denaro delle mafie ruota una fetta importante dell’economia mondiale. Le mafie inseguono il profitto insieme con l’obiettivo di un controllo del mercato in cui operano, in quanto la conquista di quote di quel mercato è segno di ricchezza, ma anche di potenza che genera altri guadagni e nuove opportunità. Con la rapidità di un click le mafie spostano capitali da una parte all’altra dei continenti e, per rimettere in circolo quel denaro, utilizzano non solo attività commerciali, investimenti immobiliari e reti di prestanome che coprono la reale proprietà nell’eventualità di indagini, ma anche architetti finanziari e colletti bianchi capaci di muoversi sullo scacchiere internazionale, spostando montagne di denaro da un paese all’altro per poi appostarlo nei paradisi fiscali e muoverlo ancora nella direzione degli investimenti legali .
Il riciclaggio del denaro delle mafie si intreccia con i circuiti del riciclaggio di soldi destinati ad alimentare il terrorismo: le joint venture tra mafie e gruppi terroristici obbediscono alla necessità delle prime di assicurarsi il controllo di territori vitali per il passaggio delle droghe, mentre i secondi hanno bisogno dei canali mafiosi per approvvigionarsi di armi ed esplosivi .
Dalle indagini emergono anche altri canali attraverso i quali i soldi sporchi si muovono, quali i trust, ovvero società blindate sui nomi dei reali proprietari, oppure le shell company, ovvero le società di comodo costituite da un intermediario che le mantiene non operative e all’occorrenza le offre ai propri clienti in forma anonima.
Attraverso il gioco, le matrici vincenti vengono utilizzate come pretesti per giustificare repentine ricchezze .
Vengono utilizzati i circuiti informali ovvero i sistemi di rimesse del denaro degli emigrati verso i loro Paesi di origine oppure il circuito del money transfer.
Attraverso il circuito informatico vengono eseguite transazioni virtuali verso conti virtuali in paradisi fiscali, dove i capisaldi sono la fiscalità vantaggiosa e il segreto bancario; vengono costituite nei paradisi fiscali compagnie assicurative ad hoc incaricate di coprire i rischi delle attività della società madre a cui sono collegate, verso le quali, sotto forma di premi, vengono effettuate operazioni di movimentazione di denaro apparentemente regolari; vengono effettuati investimenti offshore ; vengono create banche virtuali con la semplice licenza bancaria e i capitali in esse investite rimangono sostanzialmente blindate; vengono utilizzate carte di credito su conti anonimi disponibili in Paesi dell’Est europeo . Infine, vengono eseguite delle vere e proprie frodi informatiche, attraverso il cosiddetto phishing: l’hacker ruba l’identità del titolare di un conto e lo svuota con un bonifico, dirottando la provvista su un altro conto intestato a un complice, il quale preleva il denaro o lo spedisce, solitamente con un money transfer, all’organizzatore della truffa .
Nelle operazioni di riciclaggio non sono attive solo le banche, bensì anche le finanziarie vengono utilizzate per ottenere disponibilità liquida attraverso finanziamenti, ricorrendo alle “finanziarie holding”, che gestiscono partecipazioni in grado di controllare una o più società; alle “finanziarie d’investimento”, che gestiscono fondi comuni di investimento aperti o chiusi; alle “finanziarie d’intermediazione”, come le Società d’Intermediazione Mobiliare, la cui attività sui mercati dei valori mobiliari permette alla criminalità di separare quotidianamente i fondi illeciti provenienti da attività criminosa. L’accesso a tali finanziarie può essere diretto oppure avvenire per il tramite di prestanome che poi svolgono l’attività di credito alla clientela .
Nel dicembre 2016, la UIF ha riscontrato nelle proprie attività di analisi finanziaria alcune nuove tecniche di riciclaggio di particolare interesse, che ha poi divulgato nei Quaderni dell’Antiriciclaggio . Gli strumenti utilizzati sono le polizze assicurative; gli investimenti in bitcoin; i finanziamenti pubblici; le appropriazione indebite di fondi; il trasporto internazionale di pietre preziose; l’acquisto di fiches al Casinò; i flussi di rimesse di money transfer; le operazione di cartolarizzazione di crediti in sofferenza; il commercio di automezzi; la falsa rappresentazione delle scritture contabili e la distrazione all’estero dei relativi fondi; le false fatturazioni di proventi di natura illecita.

GLI OBBLIGHI ANTIRICICLAGGIO

Nell’attività di riciclaggio i sistemi bancari e finanziari vengono spesso utilizzati come canali per allocare i profitti acquisiti illecitamente dalla criminalità organizzata. Sono proprio le caratteristiche intrinseche dell’attività bancaria, sia per quanto riguarda le operazioni attive sia per quanto riguarda quelle passive, ad attirare le organizzazioni criminali al fine di trasformare e ripulire il denaro proveniente da reato. Costituendo così il punto obbligatorio di passaggio di tali proventi illeciti, il coinvolgimento attivo del sistema bancario rappresenta un indispensabile strumento strategico di repressione del fenomeno, mediante anche una collaborazione attiva con le autorità giudiziarie e di polizia.
Proprio a fronte del patrimonio di informazioni di cui dispongono le banche riguardanti gli utilizzatori dei loro prodotti e servizi, ad esse la regolamentazione antiriciclaggio impone da una parte l’adempimento di una serie di obblighi di identificazione, registrazione, conservazione di dati e controllo dei mezzi di pagamento e dall’altra parte una vera e propria attività valutativa delle operazioni finanziarie e di controllo e approfondimento. È per adempiere a tali obblighi che è necessario ottemperare alla regola del know your customer, ovvero conoscere il cliente e valutare le loro operazioni finanziarie laddove presentino delle anomalie.
La piena conoscenza del cliente si acquisisce attraverso l’adeguata verifica della stessa, il monitoraggio e la tracciabilità dei rapporti e delle transazioni finanziarie compiute dalla clientela, nonché la conservazione della documentazione di supporto e la tempestiva individuazione e segnalazione delle operazioni sospette.
Laddove un intermediario finanziario nutra un sospetto dinnanzi a clienti che pongono in essere operazioni che mostrano profili di connessione o di collegamento con il reato di riciclaggio, si ha l’obbligo di segnalare l’operazione sospetta e quindi collaborare con le autorità inquirenti.

IL SOFTWARE DI CONTROLLO DI PRIMO LIVELLO

Ai fini di un corretto adempimento di tali obblighi e di un efficace governo dei rischi di riciclaggio, è indispensabile, così come ribadito nel Provvedimento di Banca d’Italia del 10 marzo 2011, la predisposizione di adeguati presidi organizzativi da parte dei soggetti obbligati, attraverso la definizione chiara dei compiti, dei ruoli e delle responsabilità per le principali funzioni aziendali. A tal fine ogni istituto bancario adotta una Policy in materia di antiriciclaggio e di antiterrorismo, in cui sono individuati gli orientamenti strategici e le politiche di governo dei rischi connessi con il riciclaggio e con il finanziamento del terrorismo attraverso l’allocazione chiara ed appropriata dei compiti e delle responsabilità. A fronte di capitali che si spostano continuamente, l’arma per contrastarli è quella della cooperazione, anche se è vero che sono necessari i giusti strumenti per poter prima riconoscere lo stesso riciclaggio di denaro di provenienza illecita.
Sebbene le banche abbiano a disposizione il sistema Gianos per effettuare gli opportuni controlli e le dovute segnalazioni, probabilmente sarebbe necessario un ulteriore sistema di controllo che dia la possibilità, proprio a coloro che entrano in diretto contatto con questi riciclatori, di poter monitorare, individuare e segnalare a chi di competenza pratiche di riciclaggio in tempistiche ridotte rispetto a quelle normalmente seguite.
Sarebbe opportuno pertanto predisporre un software con il quale gli operatori di sportello e i Responsabili di dipendenza possano tempestivamente, o durante l’operazione o in fase di chiusura serale della filiale, eseguire gli accertamenti opportuni, per collaborare con la Funzione antiriciclaggio e per agevolare il procedimento di segnalazione di operazione sospetta.
Tale software prevederà un database, che dovrà contenere la rappresentazione logica dei dati all’interno di tabelle, strutturate con vari campi. Esso si baserà su un modello relazionale. In ogni riga di campo verrà memorizzato il dato relativo al campo stesso per poi essere interrogato da una query per compiere determinate operazioni di confronto sui dati interessati. Il software utilizzerà sia query di selezione sia query di accodamento. L’interfaccia sarà grafica, statica con contenuti dinamici e sarà composta da varie pagine di interazione con il database. Il file di programma creerà l’interfaccia utente con linguaggio di programmazione php, che lavorerà lato server, e il codice sorgente lavorerà per andare ad interrogare il database con linguaggio html, che lavorerà lato client.
Gli identificatori saranno univoci e verranno presi come dati di base, perché identificheranno un determinato contesto. Ogni identificatore sarà un valore auto incrementale, in quanto sarà associato alla registrazione di un dato univoco e a nessun altro rigo. Tale dato potrà quindi venir estratto tramite interrogazione, senza correre il rischio di generare ambiguità. Qualora l’identificativo rispetterà dei parametri prestabiliti, esso verrà richiamato nei controlli apparendo così nell’interfaccia della Report.
Nell’interfaccia della Report risulteranno pertanto le segnalazioni su conti correnti che presenteranno delle anomalie di movimentazione, con l’indicazione dell’utente che avrà operato e quanto rilevato dalla query di controllo.
I parametri presi in considerazione per il controllo faranno riferimento alla frequenza, per far emergere operazioni ripetute in un determinato arco temporale, e all’importo, al di sotto del quale il controllo non opererà. L’attenzione riposta alla ripetitività è giustificata dal fatto che i riciclatori fanno ricorso a tecniche di frazionamento dell’operazione, con presumibili finalità elusive degli obblighi di adeguata verifica o di registrazione, operando in assenza di giustificate esigenze rappresentate dal cliente, soprattutto per dissimulare il collegamento con altre operazioni.
Il campo della Report assumerà un’importanza fondamentale, perché sarà l’interfaccia visionata dagli operatori di sportello, durante le operazioni, e, a fine giornata, dai Responsabili di direzione. Sarà il campo in cui appariranno degli alert contrassegnati da una spia rossa.
Gli alert di controllo risulteranno, sia per i clienti privati sia per i clienti azienda, se verrà effettuata un’operazione in contante al di sopra di una certa soglia prestabilita dall’istituto bancario; se verrà rilevata una ripetitività delle operazioni usando come parametro temporale le due settimane precedenti, soprattutto se tali operazioni verranno eseguite presso dipendenze differenti da quella in cui il conto sarà aperto; quando emergeranno delle incongruenze tra l’importo dell’operazione eseguita e la somma dei versamenti e dei prelievi contabilizzati nelle due settimane precedenti.
L’attenzione alle anomalie di natura finanziaria da parte degli intermediari segnalanti è determinante per l’individuazione di un contesto operativo sospetto, perché non esiste una manifestazione finanziaria tipica della criminalità organizzata la quale, nella operatività anomala, riesca a distinguere quelli normalmente associati a finalità fiscali da quelli sintomatici di intenti generici dissimulatori.
Nell’interfaccia dell’anagrafica risulterà appropriato inserire un campanello di allarme nel momento in cui il cliente risiederà in un Paese estero, per garantire un migliore monitoraggio delle operazioni che verranno dallo stesso eseguite, soprattutto laddove effettuerà operazioni di significativo ammontare con modalità inusuali.
Sarà fondamentale valorizzare, come ulteriore elemento di rischio, le indicazioni geografiche relative ad alcuni stati di provenienza/destinazione dei fondi e/o di nascita dei soggetti coinvolti, insieme con il settore economico di riferimento, in quanto tra gli elementi caratterizzanti l’anomalia, nella prassi, risultano i ripetuti incassi o trasferimenti di fondi di importo complessivo rilevanti effettuati da un cliente in un ristretto arco di tempo ovvero a favore di controparti situate all’estero.
Nell’interfaccia dei conti correnti risulterà fondamentale monitorare con campanelli di allarme i delegati o i soci che opereranno su conti correnti aperti a nome di soggetti terzi o di una società, qualora effettueranno operazioni non riconducibili all’attività aziendale, soprattutto se in contante o di importo significativo. Per ovviare a una pratica ricorrente, ovvero quella di soci o amministratori che utilizzano conti intestati a imprese o a enti per effettuare operazioni non riconducibili all’attività aziendale, soprattutto se in contanti o di importo significativo, se un soggetto delegato opererà ripetutamente, nell’arco delle due settimane precedenti, su conti correnti di cui non sarà intestatario, la query di controllo dovrà segnalare tale dato con un campanello di allarme, per far sì che l’operatore di sportello comunichi al Responsabile di Direzione una possibile anomalia.
Qualora si tratti di rapporti per lungo tempo inattivi o poco movimentati, dovrà essere riposta una particolare attenzione se, successivamente, gli stessi si movimentino con prelievi o trasferimenti con modalità, destinazioni o beneficiari non ricollegabili all’attività del cliente.
Inoltre, dovranno essere segnalate dalla query le seguenti operazioni: ricorrenti ricariche di carte prepagate a breve distanza temporale; prelevamento di contante ed esecuzione, presso la stessa dipendenza da parte di un altro soggetto, di un versamento di importo analogo, che lasci supporre un trasferimento di fondi tra le parti; frequenti versamenti di denaro contante accompagnati da frequenti prelievi eseguiti presso sportelli ATM o POS, specie se effettuati nella medesima giornata; l’utilizzo delle carte da parte di soggetti diversi dal titolare, desumibile dalla contemporanea effettuazione di operazioni a notevole distanza geografica ovvero dalle tipologie di utilizzo delle carte; le operazioni in cui i destinatari o i beneficiari non siano ricollegabili all’attività del cliente ovvero siano prive di motivazione economica sottostante o con causali generiche; i ripetuti afflussi di bonifici riferiti a fatture e/o versamenti di assegni, se riconducibili a un’unica o a un numero limitato di imprese controparti.
Degni di particolare osservazione dovranno anche essere gli anticipi fatture e le presentazioni di portafoglio, in quanto l’emissione di false fatture non è solo funzionale a realizzare indebiti vantaggi fiscali, ma è anche uno strumento per re-immettere nel circuito legale proventi derivanti da attività illecite di tipo diverso.
Con l’introduzione del servizio di Internet banking, la maggior parte dell’operatività si è spostata dietro ai computer, limitando così il contatto diretto con il cliente e pertanto il monitoraggio sullo stesso. Il programma dovrà essere ideato in maniera tale da prendere in considerazione tutta la movimentazione di un conto, ivi inclusa quella non eseguita allo sportello.
L’utilizzo di tale software non escluderà in alcun modo l’obbligo di compilazione del Gianos in tutti i casi previsti dalla normativa. Questo software dovrà essere considerato come uno strumento d’aiuto, che dovrà essere utilizzato dagli operatori di primo livello per meglio adempiere agli obblighi previsti dalla normativa.
Senza una corretta preparazione e un costante aggiornamento degli operatori di sportello, l’utilizzo di questo software potrebbe non avere esito oppure potrebbe essere addirittura ignorato, perché si sottovaluterebbero, sovente perché non conosciuti, i comportamenti sintomatici di pratiche di riciclaggio.
Il software, di cui si è trattato, è stato pensato per agevolare gli operatori di sportello e i responsabili di direzione a procedere a segnalazioni di operazione sospetta in tempistiche non troppo prolungate, funzionali ad individuare il business della criminalità. I riscontri investigativi confermano l’importanza delle suddette segnalazioni nella lotta al crimine organizzato, infatti, la Direzione Investigativa Antimafia ha individuato e trasmesso nell’arco del 2015 oltre 11000 segnalazioni potenzialmente riconducibili a tale fenomeno .

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