Partecipazione politica e diritti civili

Di Giorgio Malfatti di Monte Tretto -

L’America Latina affronta, agli inizi del XXI secolo, una nuova sfida nell’ambito della partecipazione politica e dei diritti civili. L’ampliamento del principio dell’equità sociale e della garanzia istituzionale sono a fondamento della propensione democratica, che si esercita con il sostegno dello sviluppo tecnologico.

La crisi finanziaria del 2008 promuove il pubblico dibattito nell’arena politica internazionale, condizionata da un sistema economico globale, connesso con l’nclusione etnica e la sostenibilità ambientale. Tre documenti di particolare rilievo, realizzati dalla Commissione Economica per l’America Latina e i Caraibi (CEPAL), presentati, rispettivamente, in Brasile, El Salvador e Perù, La hora de la igualdad (2010), Cambio estructural para la igualdad (2012) e Pactos para la igualdad (2014), fanno riferimento alle trasformazioni in atto nella regione, che concorre a una più equa condizione sociale e ambientale del pianeta.

Lo sviluppo economico e l’ammodernamento strutturale dell’area sono conseguenti a una più giusta redistribuzione del reddito e a un più adeguato intervento pubblico nel settore dell’istruzione e della sanità. Il concetto di eguaglianza include quello dell’autonomia decisionale, estranea alla segregazione scolastica e residenziale. La diversità culturale, etnica e di genere si connota del potenziale creativo delle compagini identitarie.

Gli Stati–nazione indipendenti modificano progressivamente le asimmetrie giuridiche, proprie dell’età coloniale, e disciplinano le modalità con le quali l’ordinamento giuridico ne sancisce la validità applicativa. La politica del pieno impiego e dell’aumento del reddito contribuisce a mantenere e ad aumentare la domanda aggregata.

Le politiche sociali sono impegnate a proteggere i settori più vulnerabil del tessuto produttivo, che genera il cambiamento strutturale al riparo dai contrafforti esterni. La disoccupazione richiede interventi non contributivi affinché non degeneri in contestazione a oltranza, insidiando le istanze programmate come redimibili del diffuso disagio sociale. Il sistema tributario progressivo incide sulla tenuta dell’equilibrio sociale. Gli Stati-nazione sono impegnati a ridurre gli alti gradi di concentrazione proprietaria e dell’eterogeneità produttiva. Il superamento dell’eterogeneità strutturale è legato allo sviluppo tecnologico e alle moderne forme del lavoro collettivo.

Il modello agroesportatore registra una dissociazione strutturale fra la produzione basicamente di origine primaria (per l’esportazione o per il consumo interno) e la domanda di consumo molto diversificata. Il consumo di prodotti manifatturati, basato sui beni di capitale, genera una domanda di importazioni tradizionali di origine primaria. Si delinea pertanto la necessità di superare la discrasia esistente fra la struttura della domanda e la struttura dell’offerta della regione, attutendo la pressione sulla bilancia dei pagamenti.

Gli investimenti stranieri si orientano verso la produzione di beni, destinati ai settori di apprezzabile potere acquisitivo. Il lavoro cosiddetto segmentato comporta variabili salariali, che possono essere compensati dalla sicurezza sociale, dall’ordinamento istituzionale, impegnato ad assicurare un reddito di sopravvivenza a tutti coloro che affrontano la società del lavoro nelle dimensioni rapsodiche, occasionali e massive dell’epoca tecnologica.

Gli Stati-nazione hanno il compito di rimuovere gli ostacoli frapposti del capitale internazionale alla piena occupazione, continuamente influenzata dagli apparati produttivi, che scandagliano il mercato della forza-lavoro e dell’acquisizione di beni, ritenuti indispensabili per lo status symbol oltre che per soddisfare le primarie, ineludibili, necessità.

Nei paesi come il Brasile, l’Argentina, la specializzazione nella produzione locale si esplica nel settore delle risorse naturali e, in minor misura, nel settore manifatturiero. E, per converso, in Messico, nel Centroamerica e nei Caraibi, la specilizzazione prevalente è quella dell’industria manifatturiera di esportazione (soprattutto nel settore dell’assemblaggio automobilistico). L’economia di scala è legata all’ampiamento dei mercati e alla complementarietà economica a livello regionale.

La revitalizzazione del mercato del lavoro e delle politiche sociali non concorre ad accrescere la qualità della produzione, in modo da renderla effettivamente concorrenziale, sia nell’ambito regionale, sia nel circuito internazionale.

Il cambiamento strutturale si esplica pertanto in una politica macroeconomica, condizionata dagli incentivi nella industrializzazione tecnologicamente sofisticata. La nuova rivoluzione industriale si estrinseca nella digitalizzazione della produzione, nella generazione di nuovi materiali, nelle sintesi biologiche attive, nella minore inferenza nel sistema ambientale.

Nell’America Latina e nei Caraibi, la concentrazione urbana si coniuga con mercati del lavoro poco dinamici. L’ordinamento democratico deliberativo garantisce i diritti connessi con la promozione economica e culturale e con la fiscalizzazione, in grado di mobilitare le risorse per migliorare le strutture e i servizi di pubblica utilità. L’eguaglianza dei diritti si esplica nella cittadinanza, che contribuisce a rendere congruente la democrazia partecipativa e decisionale.

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